E’ morto Jacques Géry

Image Jacques Géry, 1917 – 2007

 

Uno dei più grandi ittiologi dei nostri tempi ci ha lasciato. Jacques Géry lo straordinario Francese, il gentiluomo per eccellenza, quest’uomo modesto, si è addormentato per sempre. Una volta lo definii il più grande esperto di caracidi del mondo,  soprattutto dopo la sua opera magna “Caracidi del Mondo” (Géry 1977), che ad oggi è considerato il libro di riferimento dei Caraciformi. Quando le mie parole arrivarono alla Sua attenzione, lui disse: “Nel mondo scientifico mai esprimere apprezzamenti, come il mio caro amico, il miglior ittiologo o simili…Colui che fa complimenti ho il sospetto che abbia sempre qualcosa da chiedere. Ci sono due aspetti della vita: la scienza (vale a dire i fatti), e il resto. Nel primo conta solo la logica. Soggettività, sentimento, ideologia, amicizia ecc.. non hanno nulla a che vedere con esso.

Image Jacques Géry, 1917 – 2007

 

Uno dei più grandi ittiologi dei nostri tempi ci ha lasciato. Jacques Géry lo straordinario Francese, il gentiluomo per eccellenza, quest’uomo modesto, si è addormentato per sempre. Una volta lo definii il più grande esperto di caracidi del mondo,  soprattutto dopo la sua opera magna “Caracidi del Mondo” (Géry 1977), che ad oggi è considerato il libro di riferimento dei Caraciformi. Quando le mie parole arrivarono alla Sua attenzione, lui disse: “ Nel mondo scientifico mai esprimere apprezzamenti, come il mio caro amico, il miglior ittiologo o simili…Colui che fa complimenti ho il sospetto che abbia sempre qualcosa da chiedere. Ci sono due aspetti della vita: la scienza (vale a dire i fatti), e il resto. Nel primo conta solo la logica. Soggettività, sentimento, ideologia, amicizia ecc.. non hanno nulla  a che vedere con esso. “ Ma ora, dopo aver avuto la fortuna di conoscere Jacques e lavorato con lui negli ultimi 40 anni, posso asserire senza esitazione e senza avere la possibilità di chiedere a lui (sfortunatamente);” Eri il più grande esperto e nessuno si è mai prodigato a lavorare come te sul gruppo dei Caraciformi, e hai conosciuto questi pesci come nessuno è mai riuscito a conoscere – e probabilmente nessuno acquisirà una tale conoscenza e cultura pari alla tua”.

Nel 1997, in occasione del suo 80° compleanno, io ho scritto di Jacques, del Suo lavoro e della Sua vita, ed elencate tutte le Sue pubblicazioni sulla medicina e chirurgia, i suoi articoli sugli acquari e una miscellanea di altre pubblicazioni, includendo il suo immenso contributo alla zoologia e ittiologia (in aqua Vol. 2, Issue 4). Non ha mai smesso di lavorare e mentre io stavo compilando la lista delle sue pubblicazioni degli ultimi 10 anni, mi arrivò un fax; “Sarlat 20 Giugno 2007: ho il triste compito di annunciarti che Jacques è andato via il 15 Giugno; dopo una lunga degenza in ospedale. E’ stato un sollievo. Si è spento serenamente. La sua cremazione ha avuto luogo a Périgueux il giorno successivo, cerimonia riservata ai soli familiari. Georgie Géry”

Questa notizia mi ha colpito come un dardo, soprattutto perché la notte prima avevo parlato con Georgie, e non mi aveva detto nulla. Non potevo crederci. Non parlavo con Jacques da qualche mese, ma ci aggiornavamo spesso via fax, e uno di quei fax erano di interesse particolare per lui: conteneva la descrizione di una nuova specie di neon tetra che avevo scoperto e che lui aveva in programma di ufficializzare. Jacques aveva descritto il terzo neon tetra (Hyphessobrycon simulans Géry, 1963) e quel quarto contributo avrebbe dato a Lui la soddisfazione di aver descritto la metà delle specie dei gruppi più popolari di pesci d’acquario del mondo.  

Non trovavo parole, solo qualche settimana prima Georgie mi aveva detto che aveva perso 20 chili, ma che era in chemioterapia, e probabilmente sarebbe tornato presto a casa –  e ora questo shock tremendo! Il mondo ha perso un uomo, che con certezza può essere considerato uno dei più grandi scienziati mai vissuti, e che ha dato un contributo alla conoscenza dei pesci come pochi altri sono stati in grado di dare. Jacques Géry era già una leggenda quando era in vita, adesso rimarrà una leggenda per sempre.

Non dimenticherò mai: quando lavoravo al Gulf Fish Farms in Florida negli anni 60, il mio caro amico Ross Socolof mi disse, dopo che avevo riprodotto i tetra neon blue, adesso conosciuto come Paracheirodon simulans (Géry 1963): “ devi incontrare l’uomo che lo ha descritto, è il più grande esperto di caracidi del mondo”. Passarono, comunque, altri dieci anni prima che io avessi l’opportunità di guidare per un sentiero stretto e tortuoso, che mi conduceva al Suo castello nel Sudovest della Francia, dove visse con Georgie fino al 1982, l’anno del suo pensionamento. Rimasi colpito dalla sua accoglienza. Mi ricordo di quando sedevo nella terrazza del suo enorme chateau (un castello autentico, senza riscaldamenti), ammirando il parco e i loro cavalli. Parlavamo per ore dell’Amazzonia, degli stock di pesci che ricevette da me negli ultimi anni, di Mozart e Tchaikovsky, Mao Tse Tung, Stalin, Castro, Victor Hugo o Moldier, Britski, Weitzman e Vari, che lui ammirava, come l’Imperatore del Giappone Akahito, che era anche un ittiologo, e molti altri. Con Jacques potevo parlare di tutto. Mi parlava persino di nuovi software e giochi per pc. Tutte le volte che andavo a fargli visita –  alcuni anni più di una volta – discutevamo seduti quasi tutta la notte sui meccanismi dell’evoluzione, speciazione e distribuzione delle specie, strutture di distribuzione simpatrica e allopatrica, mimetismo, o cos’è una specie. Potevo chiedere di qualsiasi dei 1600 caraciformi, che avrei ottenuto subito una risposta. La sua conoscenza dei caracidi (e molte altre categorie) andava oltre l’immaginabile. Potevo fargli domande su specie raccolte da qualsiasi ricercatore come La Condamine, Löfling, Ferreira, Humboldt, Spix & Martius, Natterer, Langsdorff, Adalbert (Principe Heinrich Wilhelm), i fratelli Schomburgk , o Fallace, le specie raccolte da Thayer Expedition di Agassiz; conosceva perfino le specie raccolte da Steindachner e Eigenmann, e molti altri.

Era a conoscenza di qualsiasi cosa riguardava luoghi quali Igarapé, Furo, Paranà, Lago o Fiume in Amazzonia, qualsiasi luogo dove erano stati rilevati pesci, anche se era stato in quelle regioni poco più di una decina di volte, lavorando per musei e istituzioni come quelli a São Paulo, Manaus, Lima, Cuiabá, Trindad e fece anche qualche raccolta. Una volta siamo andati insieme sulla Transamazonica a raccogliere una specie, che fu descritta più tardi come Inpaichthys kerri Géry & Junk, 1977.

La sua conoscenza geografica, d habitat acquatici e le loro localizzazioni erano sorprendenti. Non c’è da stupirsi se uno dei suoi ultimi scritti, oltre ad una ri-descrizione di una specie rara di curimatide, fu sulla revisione e correzione delle località del Thayer Expedition (1865-1866), molte delle quali erano riportate errate nella pubblicazione originale. Finalmente Jacques identificò la località di raccolta corretta di ogni pubblicazione scientifica sulla regione. Nel 2004, ha anche corretto, insieme a me, i luoghi tipici di tutte le specie e sottospecie di Symphysodon descritte.

La sua conoscenza geografica comprendeva i maggiori habitat dei pesci d’acqua dolce del pianeta. Che menzionassi un ruscello in Argentina o Equatore (Repubblica Democratica del Congo), un affluente del Mekong o laghi in Tibet (dove non vi sono caracidi), o che gli chiedessi pareri sulla distruzione degli habitat naturali, dighe idroelettriche, o di regioni selvatiche inondate, con specie endemiche, lui era sempre informato e pronto a dare una risposta. Conosceva inoltre le abitudini e esigenze alimentari e nutrizionali di molte specie di pesci, e le loro peculiarità comportamentali. Per di più, aveva un immenso interesse per il collezionismo di pezzi d’antiquariato. Tutte le volte che arrivavo da lui, vedevo la sua collezione, già grande, di coltelli crescere, come la sua collezione di antiche serrature e maschere provenienti dall’Africa e Australasia. Per anni Georgie gestì un negozio d’antiquariato e spesso andavano alle aste. Recentemente la sua attenzione era rivolta a sculture di pietra fatte secoli fa, dalle rare tribù africane esclusivamente. Durante il mio ultimo campo base in Mozambico, Camerun, Gabon e Guinea, piuttosto che chiedermi di cercare caracidi, voleva che gli cercassi queste rare sculture di pietra, e quando successivamente mi recai in Russia, mi chiese se gli cercavo icone antiche.

Ricordo bene, una volta, Jacques venne in Germania e visitammo numerosi musei dove lui osservava alcune collezioni e specie ma il suo principale interesse fu per carte di vendita, di cui Jacques ne possedeva una gigantesca collezione, dal medio evo o più antiche. Andammo verso Stuttgart con una Turbo Porche a 250 km/h e il vetro frontale si staccò. Non lo dimenticò mai, e io non dimenticherò mai che Jacques fu probabilmente l’unico ricercatore che ho incontrato, che portava sempre con sé una sedia pieghevole. Mentre si raccoglieva lungo la Transamazonica, lui apriva la sua sedia, tutte le volte che mi tuffavo in acqua, e leggeva un libro (spesso di Stephen King).

Jacques Géry è nato il 12 marzo 1917 a Parigi. Ha studiato medicina a Strasburgo e all’età di 20 anni iniziò il suo lavoro lì all’ Hôpitaux (ospedale). Più tardi lavorò come internista in Claivivre (Dordogne). Durante la II Guerra Mondiale lui curò i militi inglesi feriti in Germania, dove imparò il Tedesco perfetto. Andò ad Amburgo dove incontrò Eduard Schmidt (più tardi Schmidt-Focke), il famoso ginecologo e pioniere del moderno allevamento di discus, all’Aquarium Amburg.  Nel 1947 ottenne la promozione a Chef de Clinique ajoint at the Faculté de Médicine a Strasburgo, dove ha presentato la sua Thése de Médicine il 20 luglio 1947. Divenne un famoso chirurgo plastico e lavorò fino al 1960 nella clinica di Briey, dove teneva 40 acquari con un’ampia varietà di specie ittiche. Fin dall’età di 13 anni coltivava la passione per i pesci d’acqua dolce, ed una delle prime specie che allevò fu l’Hyphessobrycon flammeus Myers, 1924. Questo prima della II Guerra Mondiale. Nel 1951 iniziò a pubblicare articoli sui pesci ornamentali, piante e acquari per principianti ed esperti. Nel 1958, aveva  scritto 72 articoli per periodici famosi e libri, il suo primo articolo sui pesci fu “Les Molliensia, description, moeurs, reproduction”.

Venne pubblicato nel primo periodico francese dedicato agli acquari “L’Aquarium & Les Poissons”, del quale Lui era l’Editore Capo dal 1951 al 1957. Jacques scrisse su anabantoidi, ciprinidi, gobiidi, atherinidi, cobidi e siluridi, vivipari e pesci palla, killi e ciclidi, sebbene non accettava la tassonomia degli ultimi due, né la gente che ci lavorava sopra. Pubblicò inoltre svariati articoli di biologia e mimetismo, ma la sua passione per i caracidi era iniziata molto prima.

Nel 1952 scrisse un lungo elaborato sull’Hyphessobrycon flammeus, allora il suo preferito. Nel 1953, seguì un ampio articolo sui Nannostomini, e un anno più tardi un altro grande saggio sulla sottofamiglia Pirruline. Nel 1954 cominciò a trattare i caracidi africani, e nei due anni successivi studiò i pesci in natura per la prima volta. Da Novembre 1955 a Febbraio 1956 esaminò l’ittiofauna della Repubblica della Guinea. Molte altre spedizioni di ricerca seguirono nel Gabon, Guyana Francese, Bolivia, Brasile, Perù, ecc…

Jacques pubblicò il suo primo saggio scientifico nel 1959 sui pesci  del genere Roeboexodon de Gufane, e subito dopo descrisse la Thayeria ifati Géry, 1959, quest’ultima una delle sue preferite. Ci lavorò per decenni e voleva rivedere il genere. Comunque, nel 2005 diede tutta la sua raccolta a Flavio C. T. Lima, il grande giovane ittiologo brasiliano, che gli promise di finire la revisione del genere presto, con svariate nuove specie e Géry come uno dei co-autori.

Jacques, che tra il 1941 e il 1960 pubblicò molti trattati scientifici, fu stimato come  grande chirurgo in tutta la Francia.  Ma comunque, l’amore per i pesci era superiore a quello per la chirurgia plastica, tornò pertanto studente all’età di 44 anni. Il suo amico, il più grande zoologo francese gli disse: “Sei chirurgo, non ne vale la pena…”. Jacques scrisse la sua tesi sui Serrasalmidi della Guyana. Egli non accettava né la divisione dei Caraciformi in nove famiglie, né la recente concezione delle 14 famiglie, che assemblava un incredibile numero di generi e specie di “incertae sedis” nel “Catalogo dei Pesci d’Acqua Dolce del Sud e America Centrale” di Reis et al. (2003), affermando: “Perché hanno pubblicato una tale confusione? Avrebbero dovuto seguire la linea delle conoscenze acquisite – ittiologi preparati e ricercatori. Solo dopo aver trovato nuove informazioni tutto questo poteva essere cambiato…”. Come  rifiutò di accettare quell’ammmasso di Crenuchidi e Caracididi, in quanto aveva lavorato (insieme a Volker Manhert) su quelle due famiglie per almeno mezzo secolo, ed era persuaso e convinto dal suo concetto di 19 famiglie di caraciformi. Nel 1960, Jacques preparò una seconda tesi sulla sostanza di allarme dei ciprinidi, e da quell’anno in poi dedicò il resto della sua vita ai pesci caraciformi, di rado pubblicò saggi su altri gruppi. Fino al suo pensionamento nel 1982, lavorò intensivamente sui caraciformi, e sempre di più anche dopo, come io scoprii successivamente.

Jacques lavorò fino alla fine della sua vita. Anche se in cura e in chemioterapia, continuò con le sue pubblicazioni. Raramente si trovò ad accettare asserzioni di biologi cladisti  e ancor meno con ricercatori tassonomisti, che lavoravano superficialmente. Jacques si pronunciava apertamente contro le pubblicazioni di riviste scientifiche, in particolar modo contro quelle fatte da “acquaristi non professionali”, come li definiva lui.

In realtà fu una di quelle persone che aiutò il lancio della nostra rivista “aqua” agli inizi degli anni 90. Jacques diede il suo aiuto dal principio, offrendo sempre consigli e riesaminando le pubblicazioni. Con l’aiuto di Jacques Géry, “aqua” è diventata una delle più importanti pubblicazioni periodiche d’ittiologia. Egli fu il primo ad unirsi al Comitato di Redazione, e rimase membro della redazione fino al 2006, quando si dimise, perché l’avanzata età ed una grossa mole di lavoro andava ancora conclusa. E comunque decise di continuare a pubblicare per “aqua”: molti dei suoi trattati sono ancora in fase di stampa, e altri in qualità di co-autore. Le descrizioni dettagliate e accurate di Jacques spesso gli portavano via anni prima che venissero pubblicate,  e se io gli chiedevo “perché?” , lui mi rispondeva “la scienza può aspettare, se non sono io a pubblicarle, lo farà qualcun altro”. Dopo la mia scoperta, egli lavorò 20 anni sulla specie Hemmigrammus bleheri Géry & Mahnert, 1987. Non ha potuto finire il suo lavoro sui caraciformi del Rio Guaporé (Rio Iténez come è chiamato in Bolivia), forse il fiume più piccolo con la  biodiversità più ricca di specie e di biomassa., globalmente. Jacques lavorò su questo argomento gli ultimi 15 anni, e ha scritto almeno 350 pagine, descrivendo accuratamente almeno 200 specie di caraciformi, solo di quel sistema fluviale, 20 delle quali nuove per la scienza.  Questa è probabilmente la più ampia singola pubblicazione ad opera sua, dopo il suo “Caracidi del mondo”. Si spera che qualcuno sarà in grado di portarla a compimento!

La famiglia Géry ha perso un marito, un padre, e un nonno (Gregory, figlio unico di Jacques, ha due bambini). A me è venuta a mancare una persona che ammiravo e consideravo forse più di un padre o qualsiasi altro, una persona dalla quale ho imparato oltre quello che potevo imparare da insegnanti. Il mondo scientifico ha perso una persona di cui scrissi una volta: “Jacques è la rappresentazione di una delle specie estinte”, (Bleher 1997), e oggi mi trovo a confermarlo. Con Jacques si è estinta una delle specie più preziose del pianeta: una specie che ha dato tutto e non ha chiesto nulla in cambio, una specie modesta e gentile che ha descritto centinaia di nuove specie, ma non riuscì a descrivere se stesso.

Il suo nome è immortale, non solo per il genere Geryichthys Zarske, 1997 e tutte le specie nominate in suo onore. Dopo il suo pensionamento continuò a lavorare per 25 anni senza alcun compenso, pubblicando centinaia di scritti, che saranno al servizio dei posteri come fonte di conoscenza, consultazione ed ispirazione, finché le descrizioni scientifiche delle specie continueranno, o finché ogni specie ittica in natura si estinguerà.

Jacques era, come anch’io lo sono, fortemente convinto che l’Homo sapiens è il peggiore di tutti gli esseri viventi, che sta continuando a distruggere la natura insieme agli habitat naturali a ritmo crescente, finendo col distruggere se stesso.

Au revoir, Jacques, ci rivediamo, spero, nel paradiso dei pesci

Heiko Bleher
Italia, 20 Giugno 2007

 

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